4-2-3-1 - E' questo il modulo che ieri il tecnico olandese ha scelto di sdoganare per la sua Inter, un modulo che Mancini prima di lui aveva pensato e costruito con il lavoro di Ausilio. Banega,liberato dal ruolo di regista, è sembrato più a suo agio avendo un solo riferimento davanti: l'argentino è apparso più libero di seguire la palla e l'azione, non dovendosi preoccupare di garantire copertura; il calcio italiano è però diverso da quello spagnolo, e sono due, sommando anche l'errore contro il Palermo che diede il via al gol di Rispoli, gli errori cruciali che l'argentino si porta dietro in queste prime tre giornate di campionato. Ieri un suo passaggio sbagliato ha dato il via al gol dello svantaggio iniziale, anche se sua è stata la palla che ha consentito a Icardi di esaltarsi. Croce e delizia, ma per migliorarsi c'è tempo.
JOAO MARIO - Atteso il portoghese alla sua prima uscita ufficiale con la maglia nerazzurra. Almeno un duello su due vinto, 85% di precisione nei passaggi per uno che, a differenza di Medel, raramente predilige quello al compagno più vicino o smarcato: il portoghese ha dato equilibrio e sostanza, ma è stato poco presente in fase offensiva; solo nel finale, quando l'Inter si è praticamente riversata in avanti, ha partecipato con costanza alla manovra, preoccupandosi fino a quel momento di dare collante ed equilibrio alla squadra. Messa così, da Joao Mario ad oggi non è lecito aspettarsi bonus in quantità, anche se per affinare tempi di inserimento e giocate c'è ancora tempo.
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